Lo Stato, la Chiesa, il Museo. Per un nuovo soggetto politico. Resoconto e riflessione a margine di un percorso di crescita: Toolkit for Museum 2023
Il 15 e 16 dicembre 2023 a Roma, alla Biblioteca Nazionale Centrale, si è tenuta l’ultima Masterclass di un percorso di formazione riservato alle professionalità del museo – comunicator, curator, educator, registrar – organizzato dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, in collaborazione con ICOM Italia.
Attraverso un bando, sono stati selezionati, tra oltre 600 candidature, 60 professionisti attivi nell’ambito di istituzioni museali, pubbliche o private, lungo lo stivale nazionale (o quasi. Dal Sud e dalle Isole eravamo pochissime). Il tipo di percorso formativo proposto dalla Fondazione è definito in modo appropriato “di comunità” e “corale” che da partecipante mi sento di ratificare pienamente e di eleggerlo come sostanziale valore aggiunto di tutta l’esperienza.
Prima infatti di raccontare più nel dettaglio il cosa di questo percorso, mi sento di manifestare un plauso alla capacità di rendere visibile una comunità – quella delle persone che lavorano nei e per i Musei – che esiste già nella sostanza e che ha un forte valore politico. Occorre dirlo ad alta voce, perché qualcosa esiste e viene riconosciuto solo se ha un nome e viene nominato.
Gli incontri sono stati sviluppati su due binari: le Masterclass hanno riunito tutti i profili, in un primo incontro alle Gallerie di Napoli e nei due successivi alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma; nei Toolkit veri e propri ogni profilo professionale lavorava con una delle istituzioni partner, ovvero il MAMbo per i curatori, i Musei Civici di Reggio Emilia per gli educatori, i Musei Civici di Venezia per i registrar, e il Parco Archeologico del Colosseo per i comunicatori. Per un totale di 7 week end in una full immersion densa e ricchissima da tanti punti di vista.
Visione generale e veduta specifica di un ecosistema in grande fermento, pieno di potenziale, e in continua evoluzione.
Piccola premessa al resoconto.
Ogni workshop e ogni relatore sono stati un arricchimento preziosissimo. La mia sintesi tralascerà volutamente le criticità (poche) che chiaramente non sono mancate. Ma ognuno dei partecipanti ha avuto cura di riportare dei feedback più o meno dettagliati attraverso un diario di bordo a cui era data molta importanza. Segno dell’attenzione all’ascolto e della voglia di crescere insieme.
A Napoli il Laboratorio Identità-Mappa delle professioni, a cura di Bam! Strategie culturali, è stato un momento fondamentale per immergersi in una questione profonda: chi siamo, cosa facciamo e come. Un tuffo in se stessi – sia in termini personali che professionali – per uno slancio di auto consapevolezza, madre di ogni rigenerazione possibile.
Con Adele Maresca Compagna, vice presidente di ICOM Italia, abbiamo assistito alla dissezione dell’ultima definizione di “Museo” cui è pervenuta l’ICOM durante la 26esima Assemblea Generale Straordinaria svoltasi a Praga nel 2022. Non la riporto qui, ma ognuno che voglia cercarla pensi che ogni parola è stata pesata, scelta, messa in discussione e valutata da tantissimi esperti di tanti Paesi del mondo non per un vezzo o capriccio di stampo accademico ma proprio per l’importanza e il ruolo che il linguaggio ha nel plasmare il mondo attorno a noi. Ho provato una sensazione di grande armonia ascoltando il perché di ogni parola in quella definizione. Era come essere davanti al ritratto di un mondo più giusto e più bello. E ancora risuonano le note di una musica che vorrei sentire più spesso e in più luoghi. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità…
La professoressa Paola Dubini dell’Università Bocconi ci ha accompagnato in una riflessione anche molto pratica sulla gestione del tempo, cruccio di questa epoca, risorsa tra le altre sempre insufficiente nell’estenuante società della performance.
Gli incontri di Napoli sono stati la premessa necessaria per un discorso molto più articolato e complesso. Quinta, cielo e fondale per uno spettacolo appena iniziato e su cui ci sarebbe ancora molto da raccontare.
Non mi dilungo, ma vorrei almeno citare alcune questioni che sono state oggetto di riflessioni, dibattiti, laboratori. Oltre ai grandi temi – sostenibilità, accessibilità, trasformazione digitale, oggetto peraltro di output finali – è stato interessante parlare di narrazione, capirne l’importanza come strumento di costruzione della realtà, avallare l’ambizione di cambiare i termini del discorso culturale, non più inteso come monologo delle istituzioni, che dall’alto calano il loro sapere verso ignoti pubblici, ma come costruzione comunitaria del presente.
Se il museo è un dispositivo narrativo di costruzione della realtà, allora il museo è un organo della politica a pieno titolo, che rappresenta – accanto ai già noti poteri temporale e spirituale – il potere culturale che vorrei vedere seduto al tavolo delle trattative, i cui esponenti rappresentanti sono i professionisti e le professioniste che operano nei Musei per e con i territori e le comunità. Ogni giorno.